Sapevo
che arrivando in Australia il nostro viaggio avrebbe subito un
cambio, ma non me lo immaginavo così radicale!
Intanto,
mi dicevo, “meno male almeno qui capirò quando la gente parla”.
Niente di più falso! Non capisco niente, devo farmi ripetere le cose
un sacco di volte e spesso non ho la certezza di aver capito bene.
Ma come parlano ‘sti australiani?
Mi
dicevo anche, “basta riso! In Australia solo pane …” e allora
non sapevo quanto questo sarebbe diventato vero. Dopo 5 mesi senza
carboidrati, ora non facciamo altro che mangiare panini a mezzogiorno
e pasta la sera: per fortuna che sia negli ostelli che nei campeggi
ci sono delle belle cucine pulite e quindi abbiamo la possibilità di
farci dei bei piatti di pasta visto che il resto è fuori dal nostro
budget … In Asia ad ogni pasto avevamo il problema della scelta del
bar o del ristorante, qui invece facciamo fatica ad entrare in un bar
anche solo per un caffè: costa non meno di 3,50 dollari. Oggi, per
la prima volta lo abbiamo bevuto seduti e lo abbiamo pagato … 5
dollari!
E
l’alloggio … in Asia abbiamo sempre trovato sistemazioni
dignitose, se non sempre carine e spendevamo massimo 10 dollari a
testa. Qui andare in albergo è improponibile, gli ostelli sono
carissimi e persino il campeggio è un attentato alle nostre finanze
(30/40 dollari per notte)!
Altro
cambio radicale: i trasporti. I treni e gli autobus sono pochi e
molto cari, costano più degli aerei e se non fosse stato per
quest’occasione (benedetta formula “relocation car”, che non
abbiamo trovato in nessun altro posto) non so proprio come avremmo
fatto per viaggiare via terra. E poi, non ci sono motorini!!!! Penso
ai motorini cinesi, tutti rigorosamente elettrici, a tutti i motorini
di HoChiMinh City o di Hanoi, con il loro strombazzare continuo o a
quelli balinesi (ne avevamo uno anche noi) che erano il miglior mezzo
per muoversi ... ma che costituivano un grosso rischio per pedoni,
soprattutto per quelli più handicappati come me! Qui per strada ti
muovi senza problemi, tutti rispettano le regole. Mancano anche del
tutto le biciclette. E vero che le distanze sono enormi, e quindi è
comprensibile.
Una
nota dolente: il WiFi! In Asia c’era dappertutto, sempre gratis e
sempre efficiente e questo ci ha permesso di mantenere sempre i
contatti con casa, persino di leggere l’Adige tutti i giorni. In
EastAustralia, chi l’ha visto? Quando c’è, è sempre a pagamento
e spesso funziona proprio maluccio. Per fortuna, ci sono piazze e
parchi in cui si riesce a scroccare un collegamento …. ma solo per
fare le cose più urgenti.
Anche
la gente che incontriamo è diversa, e questo è ovvio, soprattutto
venendo dall’Indocina e dall’Indonesia. Mentre là ho sofferto
molto questo “starmi sempre addosso”, questo voler vendermi
qualcosa ad ogni costo, qui apprezzo la cordialità e la serenità
con cui mi risponde la gente e ho l’impressione che siano tutti
degli ardui difensori della privacy. Le loro belle cittadine con le
loro belle case con i giardini ben curati e senza recinzioni, le loro
strade e piazze pulite e lucidate e i bei colori che hanno intorno
mi fanno pensare a gente felice. Purtroppo non siamo ancora riusciti
a conoscere nessun australiano e quindi si tratta solo di sensazioni.
Insomma,
mi vengono in mente due luoghi comuni “paese che vai, usanza che
trovi”, ma anche “tutto il mondo è paese” e una
conclusione, non sempre scontata: per viaggiare sono necessarie
tolleranza, rispetto e flessibilità!
E
Flavio aggiunge “mogli e buoi, dei paesi tuoi” e io …
sto tranquilla!
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