Lasciamo Copacabana sotto una fitta pioggia (che strano! ...Piove) e speriamo che a Puno il tempo sia migliore, anche se sappiamo già che è una vana speranza poiché è solo a un centinaio di km a nord sempre sul lago. Gli scorci che riusciamo a vedere dall'autobus sono idilliaci: tutto è in ordine, le casette sono di fango, ma hanno tutte i tetti spioventi, il cortile con gli animali domestici e i giardinetti con alcune dalie. I campi sono ben coltivati oppure sono adibiti a pasto per animali e sulla sponda del lago numerosi allevamenti di trote. E poi ovunque figurine che riempiono gli spazi: la mamma che tira fuori l'acqua dal pozzo, i bambini che corrono e giocano in piazza, alcuni gruppi che sorvegliano il gregge – spesso sono donne che filano la lana mentre chiacchierano – , mentre altri stendono al sole la “totora” che sono canne galleggianti che crescono nel lago e che hanno diversi utilizzi e tutti che si occupano dei campi. Sembra un presepio!
Arriviamo a Puno, la capitale
folklorica del Perù e ci capitiamo a fagiolo. Domani iniziano i
festeggiamenti in onore della Virgen de la Candelaria e la città si
sta preparando a dovere.
Noi curiosiamo qua e là e scopriamo
che in ogni palestra stanno provando i balli e le musiche e quindi
decidiamo di prolungare di un giorno la nostra permanenza qui.
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