martedì 30 aprile 2013
Reikjavik
Affittiamo una macchina per poter muoverci liberamente - l’ho detto io che ci abbiamo preso gusto …. – e partiamo alla scoperta di questo paese di cui fino a qualche giorno fa non sapevamo assolutamente niente. Decidiamo di seguire un percorso classico: il Circolo d’Oro. In circa 300 km riusciamo a vedere tre meraviglie della natura, il parco di Þingvellir con il suo splendido lago dalle acque turchesi, le cascate Gulfoss che fanno un doppio salto e poi continuano in una profonda gola e i geysers Geysir e Strokkur, quest’ultimo che si attiva ogni 5 minuti e fa un bel getto alto di acqua e vapore. Unico problema: il gran freddo che non ci ha permesso di ammirare con calma questi fenomeni. Per ovviare al gelo che ci accompagna, ci spingiamo fino alla Laguna Blu, a sud di Reikjavik, una stazione termale circondata da colate di lava con l’acqua a 39°. Nonostante questa piscina naturale sia all’aperto e faccia molto freddo, ci immergiamo subito in mezzo ai vapori e stiamo a mollo per ben due ore. Il sole è ancora alto ed è proprio un piacere. Usciamo cotti a puntino! Arriviamo in albergo alle 10.30 ed è ancor chiaro. Favoloso: una giornata di 18 ore di luce!
lunedì 29 aprile 2013
New York - Reikjavik (Islanda)
Ed eccoci qui. Finalmente in Europa. Anche se questo Paese,
a dire il vero, è un po’ fuori dall’Europa. Siamo appena atterrati a Reikjavik!
L’uscita dall’aeroporto è traumatica. La temperatura è abbondantemente sotto
zero e, come se non bastasse, c’è un vento che porta via tutti. Il tragitto
fino in città è …. strano. Distese di lava, a volte ricoperta da una specie di
muschio grigio, ma per lo più desolantemente aride. Non c’è una pianta e meno
ancora un ciuffo d’erba. In lontananza, montagne non altissime e senza cima
ricoperte di neve. E poi, il mare di un bel colore intenso e il cielo blu. La
città ha meno di 200.000 abitanti, ma è molto estesa. Il centro storico fa
venire in mente i paesi dell’AltoAdige ( troviamo persino le Melinda!) e i
negozi hanno delle belle vetrine che espongono bei prodotti. Scopriamo che quasi
tutta l'energia elettrica del Paese viene generata da fonti rinnovabili islandesi e che la nazione è uno dei 24 paesi
del mondo a non possedere alcuna forza armata, nonostante faccia parte della
Nato e abbia una forza di peace-keeping di pronto intervento.
La gente è accogliente e gentile e, anche se la loro lingua è incomprensibile, tutti si sforzano di parlare inglese. Peccato che faccia così freddo: la nostra, più che una passeggiata in città si trasforma in una corsa per cercare di riscaldarci! Per fortuna c’è il Brennìvin, un distillato di patate aromatizzato con cumino, che è il liquore nazionale islandese. Strano, ma buono. E riscalda!
La gente è accogliente e gentile e, anche se la loro lingua è incomprensibile, tutti si sforzano di parlare inglese. Peccato che faccia così freddo: la nostra, più che una passeggiata in città si trasforma in una corsa per cercare di riscaldarci! Per fortuna c’è il Brennìvin, un distillato di patate aromatizzato con cumino, che è il liquore nazionale islandese. Strano, ma buono. E riscalda!
domenica 28 aprile 2013
New York:ultimo giorno
Questa sera si parte. Per l’ultima volta. Si ritorna a casa dopo 10 mesi. E anche se siamo felicissimi per questo, un po’ ci dispiace e allora, ci diciamo,” perché non fare ancora un saltino da qualche parte. Un posto dove di sicuro non ci andremo mai … “. Mentre guardiamo la cartina, ci viene in mente che un nostro amico ci ha detto che sulla nostra strada c'è il paese più ospitale al mondo, allora andiamo a vedere se è vero!
sabato 27 aprile 2013
venerdì 26 aprile 2013
New York:ricordare
Andiamo a fare colazione nel Queens, il quartiere più esteso
e più multietnico della città e poi ci dirigiamo verso Ground Zero. Insieme ad
una massa incredibile di gente, riusciamo ad arrivare davanti alle piscine che
ora sorgono al posto delle due torri. È doveroso un pensiero a tutto ciò che è
successo e che continua purtroppo a succedere, ma anche un apprezzamento ai
progetti di riqualificazione che stanno dando un futuro a questo posto. Ci
spostiamo poi verso la riva del fiume Hudson per rendere omaggio alla sempre
splendida Statua della Libertà, questa volta salutandola da lontano.
Riprendiamo la nostra passeggiata verso Chinatown e poi Little Italy, anche se
oggi non c’è più molta differenza fra i due quartieri, tanti cinesi ci sono nel
ex quartiere italiano. Anche se ogni tanto abbiamo preso i mezzi pubblici, le
nostre gambe non ce la fanno più ….
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